Cosa sapere sull’anestesia del dentista

La paura del dentista è una delle più diffuse. Dietro a quella che, per molte persone, è una vera e propria fobia, si possono individuare diversi fattori. Tra questi, rientra la paura del dolore dei trattamenti, così come quella degli aghi per l’esecuzione dell’anestesia.

Attorno al tema dell’anestesia del dentista ruotano diverse informazioni, spesso falsi miti. Nelle prossime righe, chiariremo assieme di cosa si parla quando si chiama in causa questo argomento.

Anestesia locale vs anestesia generale

La prima cosa da dire quando si parla di anestesia dal dentista è che esistono due strade: la locale e la generale.

Sarà il professionista a valutare la strada migliore da intraprendere sulla base delle indicazioni di partenza del paziente.

La buona notizia è che oggi, nella quasi totalità dei casi, si effettua la locale, scelta gold standard anche quando si parla di interventi che, come le procedure di implantologia dentale, un tempo erano molto più invasivi e negli ultimi anni hanno beneficiato di grandi evoluzioni dovute soprattutto alla tecnologia.

L’iniezione non è sempre necessaria

Quando si parla di anestesia dal dentista, è bene ricordare che l’iniezione non è sempre necessaria. Non tutti sanno che esistono anestetici ad applicazione topica, per esempio degli spray, che vengono nebulizzati a livello della zona interessata dall’intervento, in modo da anestetizzarla in maniera mirata.

A differenza dell’anestesia che viene eseguita tramite procedura iniettiva, rappresentano una soluzione che, nell’ambito del singolo intervento, si può definire temporanea.

L’anestesia del dentista causa effetti collaterali?

Un altro motivo di paura da parte dei pazienti che si devono sottoporre a cure dentistiche riguarda, oltre all’ago, i possibili effetti collaterali dell’anestesia del dentista.

La prima cosa da dire al proposito è che si tratta di una procedura sicura, che prevede il ricorso a farmaci scelti sulla base dei risultati di studi scientifici e, ovviamente, tenendo conto delle indicazioni e delle esigenze del singolo paziente.

Trattasi, però, sempre di procedura medica. Alla luce di ciò, è necessario farsi trovar pronti all’insorgenza di possibili effetti collaterali. Tra i principali è possibile menzionare il palesarsi di lesioni a carico delle labbra, senza dimenticare i quadri all’insegna dell’abbassamento di pressione.

La durata dell’effetto

Un altro aspetto importante sul quale soffermarsi quando si parla di anestesia dal dentista riguarda la durata dell’effetto. Per la locale somministrata tramite procedura iniettiva, si parla di 2 – 3 ore. In caso di anestetici topici, come già detto, la durata è inferiore.

Nel caso della totale, invece, siamo nell’ordine delle 5 – 6 ore.

Come accelerare lo smaltimento

I tempi di smaltimento dell’anestesia del dentista sono, come abbiamo appena visto, soggetti a forte variabilità. La buona notizia è che questo processo si può accelerare. In che modo? Bevendo acqua e favorendo, di fatto, l’eliminazione del farmaco attraverso le urine.

Cosa mangiare dopo

I consigli su cosa mangiare dopo l’anestesia del dentista sono molto semplice: essenziale è evitare cibi e bevande con temperature estreme, così da prevenire l’insorgenza di lesioni a carico del cavo orale.

Anestesia dal dentista in gravidanza

Il tema dell’anestesia dal dentista in gravidanza è fonte di curiosità e dubbi tra le future mamme.

Iniziamo sottolineando che sì, l’anestesia dal dentista si può effettuare con sicurezza anche durante la gestazione. Quello che conta è rendere subito noto al medico il proprio stato fisico.

Cruciale è ricordare che, quando si ha a che fare con condizioni come la piorrea, la mancanza di tempestività nell’intervento, che comporta l’esecuzione dell’anestesia, può rappresentare un pericolo sia per il feto, che rischia di nascere sottopeso e prima del termine, sia per la mamma.

Rammentiamo, inoltre, che si parla comunque di anestesia locale e di farmaci che il corpo è perfettamente in grado di smaltire in tempi brevi, il tutto senza danni al nascituro.

Autore dell'articolo: Redazione